- Autore: Jacopo Storni
- Titolo: Sparategli! Nuovi schiavi d’Italia
- Prezzo: 15 euro
- Editore: Editori Riuniti
Minorenni nigeriane obbligate a prostituirsi a Castel Volturno, braccianti romene di Ragusa costrette a effettuare prestazioni sessuali ai propri datori di lavori, africani schiavi nelle campagne di Calabria, Lazio, Puglia, Basilicata, mendicanti resi storpi ai semafori delle nostre città, profughi afghani che vivono confinati in inquietanti baraccopoli a Roma e rifugiati somali sotto i cavalcavia di Firenze, i clochard albanesi, i rom di Milano. E poi i cadaveri sepolti nel cimitero di Lampedusa, dove avanza il degrado e non ci sono neppure lapidi su cui piangerli.
Sono loro i protagonisti di ‘Sparategli! Nuovi schiavi d’Italia’, il libro del giornalista fiorentino Jacopo Storni (Redattore Sociale e Corriere Fiorentino), edito da Editori Riuniti e con la prefazione di Ettore Mo (inviato speciale del Corriere della Sera). Il volume, 330 pagine, è un viaggio-denuncia nel Terzo Mondo d’Italia alla scoperta delle condizioni più disumane nel quale vivono gli immigrati. Il lungo reportage, formato da 22 capitoli, è suddiviso in sei macroaree, ognuna delle quali rappresenta una drammatica condizione di vita degli immigrati: gli schiavi, i baraccati, i disperati della strada, i perseguitati, i prigionieri, i morti.
L’autore, in questo viaggio durato oltre un anno, si sofferma a raccogliere storie e sentimenti, speranze e sbagli di ogni immigrato. “I racconti, documentati in presa diretta – ha affermato Ettore Mo – illustrano i disagi e le sofferenze cui sono sottoposti gli immigrati, ma anche le responsabilità del paese che li ospita”.
“Se le prostitute esistono – dice l’autore – è anche perché ci sono nove milioni di clienti abituali (italiani). Se le baraccopoli esistono è anche perché non siamo disposti ad investire per i centri d’accoglienza. Se gli schiavi esistono è anche perché il lavoro nero è consuetudine”.
Jacopo Storni, giornalista di Redattore Sociale, collabora con il Corriere Fiorentino (dorso toscano del Corriere della Sera) e Corriere.it. Ha scritto su Il Manifesto, Peacereporter e Carta.
Ettore Mo è tra i più famosi corrispondenti di guerra, inviato speciale del Corriere della Sera.