In bicicletta intorno al Mediterraneo

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Tredicimila chilometri a pedali lungo il Mediterraneo, attraverso tre continenti, venti paesi, visti impossibili e insospettabili passaggi. Li ha percorsi Matteo Scarabelli e li ha raccontati in “C’è di mezzo il mare. Viaggio in bicicletta intorno al Mediterraneo” (Ediciclo Editore). Un viaggio su due ruote durato dieci mesi, intorno a un mare complicato. Matteo Scarabelli, viaggiatore anticonformista, sceglie la bicicletta perché “è un mezzo povero e sovversivo”, – così afferma – a dispetto di passaporti, patenti, bolli, visti, assicurazioni. La bicicletta è gratis, non necessita di carburante, né di documenti, solo della forza delle proprie gambe. “La bici è contatto – afferma Matteo Scarabelli — contatto con l’ambiente, la gente, i confini invisibili che si attraversano”. Ed è una sfida continua anche con la natura. La bicicletta non protegge dal maltempo. Scarabelli porta con sé pochi vestiti, un sacco a pelo. Non vuole la tenda, preferisce farsi ospitare, sperare in un letto inesplorato e in una zuppa calda alla fine della giornata e diventare, seppur per qualche notte, un po’ marocchino, un po’ beduino, un po’ musulmano, un po’ ebreo. Attraverso le pagine di C’è di mezzo il mare, si riscopre l’arte del viaggiare e se ne coglie la dimensione più autentica, quella dell’andare che non significa soltanto arrivare.
Elisa Giacalone