Esaurito e già in ristampa l’ultimo libro di Giacomo Di Girolamo, L’invisibile. Matteo Messina Denaro.
Il volume, 558 pagine con prefazione di Attilio Bolzoni, è stato pubblicato da Editori Riuniti e delinea, attraverso il ritratto di uno dei più pericolosi latitanti in circolazione, un quadro della mafia trapanese e dei suoi protagonisti che poco ha a che fare con le coppole e con i pizzini.
È uno sguardo sul territorio quello di Giacomo Di Girolamo, nessuna fiction. La mafia nei supermercati, nell’energia eolica, negli studi di commercialisti, notai, avvocati. La mafia pop. Radicata e così vicina che molti la attraversano quotidianamente senza accorgersene. Invisibile perché manifesta.
La latitanza di Messina Denaro sembra proporzionale alla venerazione assoluta dei suoi spalleggiatori che lo proteggono, anche a costo della propria vita. Il nuovo capo della mafia, colui che Totò Riina chiamava “il mio gioiello”, erede anche di Provenzano, sembra essere, a detta dell’autore, l’ultimo capo dei capi di Cosa Nostra.
Alla considerazione di molti lettori, secondo cui pubblicare un libro su un boss contribuisca a mitizzarlo, Di Girolamo risponde da cronista quale è. «Il compito di un giornalista – sostiene – non è quello di mitizzare, né di denigrare, è quello di raccontare il proprio tempo e il proprio territorio. Credo molto in un giornalismo “residente”, nel raccontare cioè quello che ci circonda, ad altezza uomo, guardando le persone negli occhi e restituendo quello che lo sguardo percepisce».
Un’inchiesta narrativa quella del giornalista marsalese. Un’operazione audace e originale – nessuna inchiesta sul boss era stata fatta prima – , che si avvale del prezioso contributo di Francesco Timo, mente analitica e coautore morale dell’inchiesta. Non un copia e incolla delle sentenze o degli atti giudiziari – com’è di moda ultimamente – ma una ricostruzione documentata, metabolizzata e proposta ai lettori con uno stile che li coinvolgerà fino all’ultima pagina.
Ne emerge il profilo di un boss all’avanguardia: Messina Denaro usa skype per non farsi intercettare, ama le diavolerie tecnologiche, parla più lingue ed è un appassionato di arte. Cinquanta anni fa non sarebbe stata possibile la sua ascesa criminale. Oggi sì perché unisce a una straordinaria modernità – che gli permette di capire cosa succede nel mondo – anche un background mafioso. «Messina Denaro non verrà arrestato – presume Di Girolamo – ma verrà ucciso in un conflitto a fuoco come Salvatore Giuliano. Sarà l’ennesimo episodio di questa trattativa lunga un secolo e mezzo tra Cosa Nostra e lo Stato, che parte da Garibaldi e che giunge ai giorni nostri. Matteo Messina Denaro sarà ucciso perché porta con sé segreti troppo grandi».
Elisa Giacalone