La cultura degli italiani. Video intervista a Tullio De Mauro

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Unknown-4“La conoscenza delle parole – sosteneva Don Lorenzo Milani – è la chiave della vera democrazia“. E gli italiani quante parole conoscono? Se si pensa che l’Italia è uno dei paesi in cui si leggono meno libri e giornali e si trova, invece, in vetta alle classifiche per uso del telefonino, la risposta potrebbe essere desolante. A tracciare un quadro dello stato culturale del Paese è uno dei più importanti linguisti europei, Tullio De Mauro, attraverso il suo ultimo libro-intervista ‘La cultura degli italiani’, edito da Laterza.

 

Presentato nei giorni scorsi a Marsala, al Convento del Carmine, il saggio di De Mauro, realizzato insieme a Francesco Erbani, giornalista di Repubblica, è stato definito da Francesco Vinci, che ha coordinato l’incontro, una “autobiografia intellettuale”.

Unknown-5Alla presentazione, organizzata dall’agenzia Communico e dalla libreria Mondadori, ha partecipato anche il professor Bijoy M. Trentin (Università di Bologna) che ha incentrato il suo intervento sullo stato dell’istruzione in Italia, rispetto alla media dei paesi europei, alla luce delle ultime riforme scolastiche.
Non sono mancate le critiche all’operato del ministro Gelmini.
Tullio De Mauro, ex ministro della Pubblica Istruzione, sulle sorti della scuola pubblica italiana ha le idee chiare: per migliorarla occorre investire di più sulla retribuzione dei docenti e dimezzare il numero degli alunni per classe. Questa, che sembra essere un’utopia per l’Italia, è già una realtà nei paesi europei. Tuttavia la scuola italiana, a dispetto di tagli e statistiche, ha i suoi meriti, anche se non sempre riconosciuti. È una scuola in cui, secondo De Mauro, si continua ‘ostinatamente’ a far bene, grazie ai sacrifici, alla passione e all’impegno di chi ci lavora. Soprattutto, sarà l’antidoto migliore al prodursi di ‘dittature morbide’.
“Le peggiori dittature – sostiene De Mauro – non sono quelle fasciste degli Hitler di turno, ma quelle morbide, apparentemente indolori, quelle che dolcemente lobotomizzano, e contro le quali c’è un unico antidoto: una scuola fatta bene e per tutti i cittadini”. Il pubblico marsalese, numeroso e preparato, interviene con entusiasmo accendendo gli animi e avviando un dibattito che, dopo due ore, fatica ad arrestarsi. La parole di De Mauro, che da sempre ha saputo coniugare coscienza intellettuale e impegno civile, sono parole oneste, rivelano l’amore per la lingua italiana e per il Paese. Nel suo ultimo libro, è la classe dirigente a essere bacchettata: partiti, sindacati, intellettuali, giornali. Che il 50 per cento degli italiani non legga nemmeno un libro all’anno è fatto ormai conclamato. Che però tra questi, molti imprenditori e dirigenti lo dichiarino spavaldamente è quantomeno inquietante ed è il riflesso dell’attuale condizione culturale italiana. Un momento in cui le parole, ogni giorno, stanno perdendo l’odore originario, per essere usate in modo vago e impreciso, deformando la lingua e alterando – in molti casi – la realtà.
E per un linguista come De Mauro, che ha sempre portato avanti la lezione di Saussure – lingua come significante e significato, sincronia e diacronia, langue e parole – è un fatto quantomeno da registrare.

Elisa Giacalone

Per approfondimenti: http://www.edscuola.it/archivio/antologia/recensioni/de_mauro.pdf