Ferruccio De Bortoli ricorda Giuseppe Pontiggia

, , Leave a comment

PontiggiaSerata dedicata a Giuseppe Pontiggia, narratore e saggista dalla parola scalfita e dal linguaggio sperimentale. Mai monocolore, la sua scrittura è stata una gradazione delle diottrie mentali, prendendo in prestito i versi di Valerio Magrelli. Un’occasione duplice: il decennale della morte e l’uscita, nella collezione degli Oscar Mondadori, del romanzo L’Arte della Fuga. L’incontro, lo scorso 21 giugno, promosso dalla Libreria Popolare di via Tadino, a Milano, nell’ambito dell’iniziativa Letti di notte, è stato curato da Daniela Marcheschi, studiosa di letterature scandinave e curatrice dei Meridiani Mondadori di Giuseppe Pontiggia e di Carlo Lorenzini (“Collodi”).
«Tra i tanti meridiani che ci sono nella mia libreria – ha affermato – ho lasciato in bella mostra quello di Peppo, per il suo sguardo ironico, bonario, divertito e anche irriverente. Una copertina che mi mette di buonumore». Ferruccio De Bortoli ricorda così il celebre scrittore ma anche il grande amico. «Sono particolarmente affezionato – racconta Ferruccio De Bortoli – a un libretto piccolissimo, una trentina di pagine, dedicato all’arte del leggere. In un periodo in cui si legge spesso di fretta, abbiamo perso la bellezza e il gusto della lettura e quelle poche righe di Pontiggia ci restituiscono tutto il piacere di un’abitudine straordinaria. Leggere nel silenzio è ormai una rarità; entrare nelle pagine diventando un corpo unico con l’opera che abbiamo scelto, senza essere continuamente interrotti, è una delle avventure più entusiasmanti che ci possa essere. Questo libretto insegna a leggere con attenzione, con costanza, nel silenzio e a fare un esercizio che Peppo suggeriva, quello di leggere ad alta voce, per cementare le emozioni che la lettura suscita».