Titolo: Solo fango
Autore: Giancarlo Narciso
Editore: Edizioni Ambiente (collana Verdenero. Noir)
Prezzo: € 16,00
Anno: 2010
Pagine: 271
Una delle catastrofi più devastanti al mondo. Ma evitabile. Si tratta della strage di Val di Stava. La ripercorre, quasi per caso, Giancarlo Narciso, nel suo ultimo libro, Solo fango.
Narciso avrebbe voluto raccontare, in realtà, un Trentino rassicurante, dietro la facciata della felice oasi ecologicamente corretta. Ma scopre, in corso d’opera, un pezzo di storia vergognoso. Una storia, quella di Solo fango, che lega, a distanza di venticinque anni, la strage di Val di Stava con un moderno caso di ecomafia.
Narciso si accorge che nella conca di Riva del Garda, dove lui vive, c’è una discarica di rifiuti che non solo minaccia di franare sul paese, ma in cui probabilmente arrivano rifiuti tossici, provenienti da altre parti d’Italia. Da lì una serie di coincidenze lo conduce a Stava, dove la memoria riporta a galla la catastrofe di venticinque anni fa.
19 luglio 1985, cedimento di un bacino di decantazione, alto 50 metri, riversamento a valle di 300mila metri cubi di sabbia, limi e acqua, che scendono a una velocità di 90 chilometri orari spazzando via, case, alberghi, capannoni. Persino otto ponti. Muoiono 283 persone, quasi tutte quelle presenti in quell’area di 453mila metri quadrati. Una colata di fango dello spessore di 40 centimetri. Solo fango. Titolo del romanzo quanto mai azzeccato.
Da quel momento, la trama nella mente di Narciso è già materia. Passato e presente, realtà e fantasia, si intrecciano in un romanzo che lascia col fiato sospeso fino alla fine. Al centro del romanzo, un investigatore: Butch Moroni. Incaricato di trovare una persona sparita nel nulla, viene presto coinvolto in una catena di omicidi. Attivisti ambientali impegnati a evitare disastri ecologici, presunti colpevoli e colpevoli dichiarati, politici corrotti e protagonisti dal passato poco chiaro. Al centro di tutto, una discarica di rifiuti che potrebbe spazzare via interi paesi. Un Trentino dal volto sinistro quello fotografato da Giancarlo Narciso, dove gli interessi politici mettono a rischio la vita delle persone e dimenticano persino quelle duecentosessantotto che nell’85 ci hanno lasciato la pelle.
La narrazione è rapida ed essenziale. Il giallo si sviluppa con una serie di indizi contrastanti che conducono il lettore verso un finale sconvolgente, perché niente è come sembra.
Elisa Giacalone