Il Principe dei Poveri racconta il suo dramma

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Il principe dei poveriConosciuto dalla rete come “Il Principe dei Poveri”, Antonio Trapani, 50 anni, ex operatore informatico, paga il prezzo di uno Stato negligente, che non ha tutelato sua madre e che non sta tutelando lui. Eppure è allo Stato che si rivolge ancora, è alle istituzioni che racconta il suo dramma e a cui chiede aiuto.
Antonio Trapani è romano, sette anni fa abbandona il suo lavoro a Belluno per poter assistere la madre, invalida al cento per cento, a cui è stata rifiutata l’assistenza sanitaria domiciliare. Il trasferimento della madre a Belluno è sconsigliato dal medico perché malata di cuore e per il generale quadro clinico della donna. Così comincia l’incubo di Antonio che si ritrova, da un giorno all’altro, a tornare a Roma e ad assistere la madre in ogni istante della giornata, senza più un lavoro e senza la possibilità di cercarne un altro.
Febbraio 2004. I due sopravvivono con la pensione di lei, poco più di 900 euro, in un appartamento nel quartiere popolare di Torpignattara, con un affitto di 700 euro. Antonio si rivolge così all’assistenza sociale da cui, fino all’1 dicembre 2009, non riceve alcun sussidio. Dopo cinque anni ottiene finalmente l’assistenza domiciliare. Due ore al giorno. Un aiuto sì quotidiano nella cura e nell’igiene personale dell’anziana ma di fatto insufficiente per consentire al figlio di lavorare. Invia lettere al Comune, al sindaco Gianni Alemanno, a Piero Marrazzo, all’epoca governatore del Lazio. Scrive anche al Presidente del Consiglio e a quello della Repubblica. Qualche risposta di commiserazione arriva ma, oltre alle pacche sulle spalle, nessun aiuto concreto.
Il 28 novembre 2010 ottiene dal Comune di Roma, VI Municipio, l’accettazione per l’assistenzaQuattrocento euro ogni due mesi. Il 31 gennaio 2011 usufruisce del primo e unico contributo. Il 7 Gennaio la madre di Antonio muore e l’uomo si ritrova senza alcuna entrata economica e alla ricerca affannosa di un impiego. Un mese dopo torna in Comune per richiedere un sussidio e nel frattempo continua a mandare curriculum.
Oggi Antonio Trapani è disoccupato, troppo giovane per la pensione e considerato troppo in là con gli anni per un’assunzione. Con una causa di sfratto in corso e in attesa di assegnazione di una casa popolare dal 1985. Come recupererà Antonio i suoi sei anni di dedizione alla madre? Chi lo assumerà? Che pensione avrà? Interrogativi che finora non hanno ottenuto risposta. Intanto Antonio continua la sua battaglia e lo fa anche attraverso il suo blog, ilprincipedeipoveri.wordpress.com, il cui sottotitolo è “La voce dell’ingiustizia”. Una voce che merita di essere ascoltata, non solo dai giornalisti.

Elisa Giacalone